Samsiatou Housseni Aboubacari Djarra, Shamsy
Sono nata in Benin nel 1998 . Io e mia madre siamo arrivate in Italia grazie al ricongiungimento familiare effettuato da mio padre nel 2009.
Lo abbiamo raggiunto il 25 dicembre. Avevo nove anni e subito dopo le vacanze natalizie ho avuto la possibilità di iniziare la scuola. Tre giorni dopo ho festeggiato il mio primo compleanno in Italia. Avevo compiuto dieci anni ed era una cosa indimenticabile.
Djougou
Arrivo a Roma
Io guardavo dai finestrini dell’aereo e vedevo tutto bianco e non capivo cos’era.
L’ho imparato subito dopo quando ho sentito il gran freddo che mi ha preso. Per fortuna mio zio, che ci era venuto a prendere all’aeroporto, aveva immaginato che non saremmo state preparate e si è presentato con una montagna di maglioni e giacche invernali. Non sarei mai riuscita a fare il viaggio in treno fino a Bologna senza quella gentilezza.
Muffa
Dal 2009 abbiamo vissuto a Muffa, che mi è rimasta nel cuore: ho una nonna italiana lì e mi sono affezionata a una vicina di casa. Lei mi faceva da nonna perché si occupava molto di me. Ci volevamo così tanto bene che da un giorno all’altro abbiamo iniziato a chiamarci nonna e nipote.
Dietro casa a circa 10 minuti a piedi ci sono i campi sportivi di pallacanestro, calcetto, altalena ecc. Spesso ci andavo con la mia amica e il suo cane di cui adesso non ricordo il nome.
Non capivo praticamente nulla di italiano. In effetti provenivo da due paesi dove non si parla italiano, però sapevo altre lingue. Ad esempio l’inglese perché noi abitavamo in Ghana prima di venire qua e poi un po’ di francese perché sono nata in Benin e altre lingue africane.
Incrocio “maledetto”
Una delle cose più difficili che ho dovuto imparare è stato usare l’incrocio accanto alla stazione dei treni di Muffa.
Ci avrò messo mesi a capire quale strada portava dove. Mi sembravano tutte uguali, mi sembravano troppe, forse qualcuna anche inutile.
Una volta mi sono talmente innervosita che mi ci sono fermata nel mezzo e ho aspettato che mi passasse la rabbia.
Ora hanno chiuso un paio di svincoli, ma era davvero un incubo per me all’inizio.
Calcara
Dopo qualche anno ci siamo trasferiti prima a Crespellano dove, a differenza di Muffa, c’erano tutti i servizi e l’ospedale accanto a casa; poi a Calcara, dove vivo tutt’ora.
Ora è la mia, la nostra casa.
E ho pensato che uno strumento per cucinare rappresenti bene l’idea di casa perché può unire tutte le tue case.
Questo si chiama “assanca” ed una specie di mortaio. Con questo si pestano peperoncino fresco, pomodoro e sale per fare la salsa Moyo, salsa che solitamente si accompagna alla frittura di pesce.
Calcara, quotidiana
Bologna_2022
Partire dalle esperienze traumatiche di chi ha sofferto a Monte Sole per mettersi in ascolto delle vicine memorie e dei racconti lontani che le persone migranti portano con sé.
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