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SPAESAMENTO

Dove mi trovo ma non mi trovo. Spaesati, spostate, fuori paese, fuori luogo. A tratti abbiamo sentito quella sensazione di essere fuori luogo, di non capire e non abituarci a un luogo. Lo spaesamento è il momento di contatto inevitabile tra due luoghi, due situazioni, tra il da dove vengo e dove mi trovo senza trovarmi.

Il Rossetto

Il 15 novembre giungemmo a Casalecchio di Reno.
Rimasi ammutolita di fronte all’aspetto degli abitanti. Indossavano cappotti puliti e avevano le scarpe ai piedi. Le signore avevano i capelli acconciati e perfino il rossetto sulle labbra.
Provai una sensazione nuova, che non ho più dimenticato, quella di provenire da un altro mondo, che nulla aveva a che fare con quello in cui mi trovavo.
Possibile che nessuno fosse al corrente di ciò che era accaduto? Possibile che la vita, nelle città vicine, avesse proseguito il suo corso normale?
I miei occhi osservavano la città, ma non erano più quelli di una bambina. Erano gli occhi di una profuga che non ha più una casa a cui fare ritorno.

Riconoscimenti

Riconoscerò ancora Kharkiv?
Non lo so.
Sorridere era il ricordo
della mia prima volta
nel Parco di Gorky.
Una nube disorientante
copre i colori della gioia
e ora la Casa della Paura
è per davvero spaventosa.
Non è la paura del nemico,
quella, mai.
È la paura di vedere dal vivo
gli effetti della sua vigliaccheria.
Schegge nell’anima
della memoria.

Idriss Capitano

La rabbia

Dopo il terremoto mi sono ritrovato fuori casa, non potevo rientrare.
Sono andato nella città più vicina con i vestiti che indossavo dal giorno del terremoto a comprare le scarpe e sembrava che nessuno si rendesse conto di cosa mi era successo.
Mi è venuta la rabbia.

La neve

Io guardavo dai finestrini dell’aereo e vedevo tutto bianco e non capivo cos’era.
Mi avevano detto che in Europa, in Italia, erano tutti bianchi.
E mi sono chiesta se fosse tutto bianco anche il nuovo mondo in cui stavo atterrando.

Invisibili

“INVISIBILI” è uno spettacolo teatrale che ripercorre il cammino di due cittadini africani che s’incontrano su una spiaggia, e cercano a tutti i costi di sopravvivere agli incubi della povertà sognando una vita migliore dall’altra parte della barriera.
Che ne sarebbe della nostra vita se, per misterioso caso, non fossimo nati qui ma nel “Terzo Mondo”?
Ciò che per noi è scontato (studiare, mangiare, avere casa e cure, lavorare, persino invecchiare!…) là non lo sarebbe affatto.
Così, negli occhi di due africani, il bisogno raddoppia il sogno.
In questo spettacolo, Mohamed BA è contemporaneamente il custode della tradizione africana e il rinnovatore che canta le contraddizioni storiche, sociali e politiche, i sogni, le speranze, i dolori delle comunità africane di fronte al dramma e dei viaggi di migrazione e le speranze di chi lascia tutto senza dimenticare nulla.

Spaesato

Fuggiti sui binari
sogniamo
il treno bianco della Fortuna
per saltarci su e viaggiare
verso terre promesse
verso ebbre città
dove dicono abiti
la Felicità
e mentre aspettiamo
scopriamo
orme fatiscenti di suole consumate
nidi sbilenchi
di amori spinosi
e girasoli ciechi
screziati d’autunno
e chissà perché
e chissà percome
quando sfreccia il treno
sfavillante di luci
distogliamo gli occhi
con le mani in tasca.

Guergana Radeva (da Communitas, vol.43)

Grazie a

Magritte, Cornelia, Idriss Capitano, Camilla Urso, Shamsy, Mohamed BA, Guergana Radeva, F.
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